Legge di Bilancio 2025: novità sul lavoro che devi conoscere

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Come ogni fine anno, rieccoci all’appuntamento consueto con la legge di bilancio che per ora, non è stata ancora né approvata né ovviamente pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Allo stato attuale risulta, infatti, approvata solo una legge collegata (il “DDL Lavoro”), al vaglio del Presidente della Repubblica.

Di seguito una sintesi di ciò che è già certo e cosa invece deve essere ancora confermato:

1. Il periodo di prova nei contratti a tempo determinato diventa più breve

Il periodo di prova dovrà essere pari ad 1 giorno di lavoro ogni 15 giorni di calendario dall’instaurazione del rapporto. Questo significa che la prova sarà tendenzialmente più breve di com’è ora (e in alcuni casi anche di molto). Infatti, il periodo di prova potrà essere:

  • tra 2 e 15 giorni per i contratti con durata <6 mesi
  • massimo 30 giorni per i contratti con durata tra 6 e 12 mesi

Esempio:

  • prova indeterminato = 2 mesi
  • prova determinato di 6 mesi = 180/15 = 12 giorni

Attenzione! I CCNL potrebbero ridurre ulteriormente la durata del periodo di prova

2. Comunicare lo smartworking entro 5 giorni

Contesto: se assumi un lavoratore e vuoi che questo lavori in smart working, devi comunicarlo al Ministero del lavoro (tramite il portale ClicLavoro)

Prima del ddl lavoro 2025: nessun termine preciso per le comunicazioni di inizio, modifica e cessazione dello smartworking

Dopo il ddl lavoro 2025: dovrai fare le comunicazioni entro:

  • 5 giorni dall’inizio dello smartworking
  • 5 giorni dalla modifica della durata o dalla cessazione

Non si sanno per certo le sanzioni, ma se applichiamo per analogia quelle previste per le altre comunicazioni obbligatorie, si tratterebbe di 100€-500€ di sanzione.

3. Non sei più costretto a licenziare il dipendente assente senza motivo

Contesto: In alcuni casi il dipendente che vuole andarsene da un’azienda e allo stesso tempo ottenere l’indennità di disoccupazione, non si presenta a lavoro per un tot di giorni con l’obiettivo di farsi licenziare.

Prima del ddl lavoro 2025: l’azienda era costretta a licenziare il dipendente per giusta causa, pagando il ticket licenziamento (e il dipendente poteva anche prendere la disoccupazione)

Dopo il ddl lavoro 2025: l’azienda può evitare di licenziare e di pagare il ticket di licenziamento (ed evitare che poi il lavoratore contesti pure il licenziamento), se il lavoratore è assente senza motivo oltre:

  • il termine previsto dal CCNL applicato(di norma 3 o 4 giorni), oppure
  • 15 giorni (se il CCNL non dice nulla)

Se il lavoratore è assente, si ritiene che la corretta procedura sia:

  1. contestargli l’assenza, con raccomandata e dandogli 5 giorni per fornire le proprie giustificazioni
  2. se non fornisce giustificazioni, comunicare l’assenza all’Ispettorato territoriale competente, che potrà verificare se l’assenza è vera

A questo punto, il rapporto di lavoro si intenderà cessato per volontà del lavoratore, che non potrà ottenere la Naspi.

Attenzione! Se il lavoratore dimostra di essere stato impossibilitato a comunicare i motivi dell’assenza per cause di forza maggiore o per fatto imputabile al datore di lavoro, il contratto non potrà cessare per dimissioni.

4. Rateizzazione estesa dei debiti con INPS e INAIL

Prima del ddl lavoro 2025: potevi rateizzare i debiti con INPS e INAIL (es: per contributi non pagati)

  • in 24 mesi, oppure
  • in 36 mesi per alcuni casi molto particolari (es: calamità naturali o procedure concorsuali)

Dopo il ddl lavoro 2025: puoi rateizzare fino a 60 mesi. Attenzione: non sono ancora definiti i casi specifici in cui si può fare.

5. Le aziende di grandi dimensioni potranno assumere dei professionisti che lavorano anche come dipendenti 

Prima del ddl lavoro 2025: il contratto misto (part-time da dipendente + partita iva) di un professionista con un’azienda era possibile solo se previsto da accordi con i sindacati (”accordi di 2° livello”)

Dopo il ddl lavoro 2025: solo nelle aziende con 250+ dipendenti, chi è iscritto ad albi professionali o registri (es: commercialista) potrà fare un “contratto ibrido” se:

  • ha un contratto indeterminato e part time
  • e allo stesso tempo svolge per la stessa azienda lavoro autonomo a partita iva (applicando il regime forfettario)

Attenzione! È ancora da vedere come questa novità sia compatibile con alcuni albi professionali (es: avvocati) che impediscono di lavorare sia come liberi professionisti che come dipendenti.

Indiscrezioni non ancora confermate per il 2025

Vediamo le proposte più rilevanti contenute nella legge di bilancio 2025, che dovrà essere approvata entro fine anno.

1. Il netto in busta paga potrebbe cambiare per molti dipendenti

Prima della legge di bilancio 2025. I dipendenti con RAL sotto 35.000€ pagavano dei contributi INPS ridotti, cioè il 3,19% per chi guadagna fino a 2.692€ mensili (RAL tra 25k-35k) e il 2,19% per chi guadagna fino a 1.923€ mensili (RAL fino a 25k), su tutte le mensilità tranne la tredicesima. I contributi normalmente sono intorno al 9,19%.

Dopo la legge di bilancio 2025. Non funziona più così: da gennaio 2025 a volte si applicherà uno “sconto” variabile e a volte uno fisso, in base al reddito. Dalle prime simulazioni (ancora da confermare!) sembra che:

  • chi ha un reddito fra i 25.000€ e i 35.000€, guadagnerà fino a 740€ all’anno in meno
  • chi ha un reddito fra i 35.000€ e i 40.000€, guadagnerà fino a circa 900€ all’anno in più.

Funziona così:

RedditoTipo di agevolazioneImporto dell’agevolazione
Fino a 8.500€“Contributiva”, perché riduce i contributi INPS da pagare7,1% del reddito, che significa max 603,5€ di “sconto” sui contributi
Tra 8.501€ e 15.000€“Contributiva”, perché riduce i contributi INPS da pagare5,3% del reddito, che significa tra 450,5€ e 795€ di “sconto” sui contributi
Tra 15.001€ e 20.000€“Contributiva”, perché riduce i contributi INPS da pagare4,8% del reddito, che significa tra 720€ e 960€ di “sconto” sui contributi
Tra 20.001€ e 32.000€“Fiscale”, perché è uno sconto sulle imposte (”detrazione”)1000€ fissi
Tra 32.001€ e 40.000€“Fiscale”, perché è uno sconto sulle imposte (”detrazione”)1.000 * [(40.000 – reddito complessivo) /8.000]

Esempio:

  • reddito complessivo 36k
  • detrazioni: 500€ → 1.000 * [(40.000 – 36000) /8.000]

Redditi fino a 28.000€. Oltre alle misure sopra, i dipendenti con redditi sotto i 28k hanno diritto anche a max 100€ al mese (cioè 1.200€ all’anno). Si palra di “trattamento integrativo” (ex bonus Renzi).

2. Per non pagare contributi e tasse sui rimborsi spese, i lavoratori non dovranno pagare in contanti

Contesto. Durante le trasferte, con il rimborso “analitico”, cioè quello richiesto sulla base di giustificativi come scontrino, i dipendenti non pagano tasse e contributi per le spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto.

Prima della legge di bilancio 2025. Non esisteva questa regola della tracciabilità.

Dopo la legge di bilancio 2025. Per ricevere la spesa come rimborso netto (e non pagarci sopra contributi e tasse), i lavoratori dovranno usare metodi “tracciabili” quando pagano in trasferta, che significa:

  • versamento bancario o postale
  • altri sistemi di pagamento diversi dai contanti, come carte di debito, di credito e prepagate, assegni.

Questa nuova regola si applica:

  • ai dipendenti: per i rimborsi per vitto, alloggio, viaggio e trasporto
  • e ai lavora autonomi: per le spese di rappresentanza, alberghiere e di alimenti e bevande, di viaggio e trasporto, che potranno “portare in deduzione”.

3. I genitori che lavorano potrebbero avere un mese in più pagato all’80% dello stipendio

Contesto: il congedo parentale è un insieme di permessi facoltativi (a differenza del congedo obbligatorio) che i genitori possono usare fino ai 12 anni del figlio.

Prima della legge di bilancio 2025: 2 mesi di congedo pagati all’80% e 7 mesi pagati al 30%

Dopo la legge di bilancio 2025: 3 mesi pagati all’80% e 6 mesi al 30%.

4. Si dovrebbero ridurre i casi in cui si può avere un figlio a carico

Prima della legge di bilancio 2025. Si parlava di “figlio a carico” se:

  • aveva meno di 24 anni e il suo reddito non aveva superato 4.000€
  • aveva più di 24 anni e il suo reddito non aveva superato 2.840,51€

Dopo la legge di bilancio 2025. Si parla di “figlio a carico” solo se:

  • ha meno di 24 anni e il suo reddito non ha superato 4.000€
  • ha tra i 25 e i 29 anni e il suo reddito non ha superato 2.840,51€
  • dai 30 anni nessuna detrazione, con l’eccezione dei figli disabili, per i quali le detrazioni continuano a essere garantite senza limiti di età

5. Più lavoratrici madri potrebbero pagare meno contributi

Prima della legge di bilancio 2025. Le lavoratrici madri a tempo indeterminato non pagavano contributi fino ad un massimo di 3.000€ annui (cioè circa 250€ mensili), se rispettavano questi criteri:

Criteri20242025
Numero figli2 o più3 o più
Età figlio più piccolofino a 10 annifino ai 18 anni

Dopo la legge di bilancio 2025. La misura dovrebbe continuare e applicarsi anche alle lavoratrici autonome (non forfettarie) e alle lavoratrici a tempo determinato. Al momento l’importo non è definito

6. I dipendenti a tempo indeterminato che si trasferiscono a 100 km potrebbero avere un contributo per l’affitto di 5.000€ netti

Contesto. I fringe benefit sono beni o servizi che possono essere riconosciuti ai dipendenti; se il valore dei fringe benefit rimane sotto una certa sogliané azienda né il dipendente pagano contributi e tasse.

Prima della legge di bilancio 2025. Aumento del limite di esenzione per fringe benefit da 258,23€ a 2.000€ per dipendenti con figli a carico e 1.000€ per gli altri lavoratori

Dopo la legge di bilancio 2025:

  • rimangono uguali le soglie: 2.000€ per dipendenti con figli a carico e 1.000€ per tutti gli altri lavoratori
  • puoi rimborsare fino a 5.000€ netti, nei primi 2 anni dall’assunzione, per affitto o spese di manutenzione, al lavoratore che:
    • hai assunto a tempo indeterminato nel 2025
    • si trasferisce di oltre 100km per lavorare per te
    • nel 2024 non ha superato i 35.000€ di reddito

7. La “superdeduzione” dovrebbe essere confermata per il 2025

Prima della legge di bilancio 2025. Con la legge di bilancio 2024 era stato introdotto un meccanismo inutilmente complesso per cui, se nel 2024 aumentavi il numero di lavoratori a tempo indeterminato e avevi un aumento complessivo del costo del lavoro, potevi dichiarare un costo del personale più alto del 20% sui neo-assunti a tempo indeterminato (e del 30% in caso di categorie “svantaggiate”), andando a dichiarare un utile più basso e quindi a risparmiare di tasse (IRES).

Dopo la legge di bilancio 2025: sembrerebbe prorogata questa misura per il 2025.

8. Le aliquote IRPEF dovrebbero rimanere le stesse

Prima della legge di bilancio 2025. Erano stati ridotti da 4 a 3 gli scaglioni IRPEF.

Dopo la legge di bilancio 2025. Vengono confermati i 3 scaglioni IRPEF:

Fascia di redditoAliquota 2024-2025
fino a 28k23%
tra 28k e 50k35%
oltre 50k43%

Fonti: https://temi.camera.it/leg19/provvedimento/a-c-1532-bis-a-disposizioni-in-materia-di-lavoro.html

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