Il 2 luglio 2025 il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha sottoscritto con le parti sociali un importante Protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro.
Il Protocollo intende fornire una “cornice di buone prassi, percorsi di intervento e misure condivise” in modo da tutelare nel miglior modo possibile non soltanto le lavoratrici e i lavoratori, ma anche gli studenti in PCTO o nelle altre forme di istruzione e formazione, che si trovino impegnati nei vari contesti lavorativi e scongiurare infortuni sul lavoro.
Le indicazioni fornite dal Protocollo possono rappresentare uno strumento utile per il datore di lavoro, che, nell’ambito della valutazione dei rischi, deve tenere conto anche dell’esposizione al microclima e alla radiazione solare, cercando di predisporre le misure preventive necessarie per minimizzare i rischi per la salute dei lavoratori. Sarà quindi necessario un coinvolgimento del tecnico sicurezza per l’aggiornamento, se necessario, del DVR (Documento Valutazione dei Rischi).
L’obiettivo prioritario, si legge, è coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative.
Per la verifica quotidiana delle condizioni climatiche il datore di lavoro si deve avvalere del bollettino ufficiale di previsione e allarme riferita alla propria città ovvero di altri strumenti idonei, effettuando un costante monitoraggio preventivo delle condizioni meteorologiche. Per regione Lombardia si suggerisce ARPA, già in uso per le richieste CIG (Cassa integrazione Guadagni) legate al maltempo.
Le aree di intervento del Protocollo
Il Protocollo appena sottoscritto prevede quattro principali aree di intervento, che saranno particolarmente attenzionate nei successivi tavoli di confronto e contrattazione in tema di prevenzione e protezione dei lavoratori in caso di eventi straordinari legati ai cambiamenti climatici:
1. Informazione/formazione
2. Sorveglianza sanitaria
3. Abbigliamento/indumenti/dpi (dispositivi di protezione individuale)
4. Riorganizzazione turni e orari di lavoro, probabilmente l’intervento più operativo e di immediata attuazione.
Si auspica che presto tutti gli Enti alternativi a INPS (es. FSBA per le aziende artigiane) si attivino per dare la possibilità alle aziende di ricorrere agli ammortizzatori sociali per eventuali riduzioni dell’attività lavorativa.
Questo Protocollo non è solo una risposta alle sfide attuali, ma un investimento strategico nella resilienza e nella sicurezza del sistema produttivo nazionale.